Questa cartella è stata prodotta dalla Fondazione Alighiero e Boetti in 16 esemplari:
11 esemplari numerati da 1/11 a 11/11 e 5 prove d’artista
La cartella contiene 16 + 1 fotografie di Paolo Mussat Sartor, stampa dall’autore
su carta baritata ai Sali d’argento.
Le fotografie da 1 a 15 sono siglate e numerate e la numero 16 è stata firmata per esteso da Paolo Mussat Sartor.
La collaborazione tra Alighiero e Paolo inizia nel 1967 e trova la sua massima espressione in un’opera seminale come Strumento musicale (1970). Da questo rapporto sono nate immagini divenute topiche nella biografia dell’artista, pensiamo ad Alighiero davanti a Manifesto per l’inaugurazione della personale alla Galleria Toselli di Milano (1972) o, ancora, agli scatti che documentano alla Kunsthalle di Basilea la sua prima grande mostra organizzata all’estero da un’istituzione pubblica (1978). Le fotografie qui raccolte raccontano la ricerca di Alighiero dal 1967 al 1978. Accompagnano il passaggio dagli esordi torinesi, improntati a un sintetico rigore poverista, al trasferimento desiderato in una Roma piena di suoni e di colori e, per antica sua storia, impregnata d’Oriente. Da qui, Kabul appariva più vicina. È questo doppio movimento – dal nord al sud Italia, da ovest a est del pianeta – a rivelare ad Alighiero l’incredibile pluralità e alterità del mondo e a preparare la sua ricerca matura. Quando scopre l’unicità nella molteplicità, declinata in opere basate sull’infinita variazione di una medesima idea (anni Ottanta), e quando poi arriva a compiere opere non solo monumentali ma “corali” (anni Novanta). Realizzare questa cartella è stata per me l’occasione di gettare lo sguardo e il cuore in quel vissuto di Alighiero, che non ho avuto modo di conoscere direttamente. L’Alighiero della gioventù, della progressiva scoperta di sé come uomo (Alighiero) e come artista (Boetti). La chiarezza di pensiero, che sempre ha contraddistinto la sua analisi, con il tempo si sarebbe trasformata in consapevolezza, senza per questo abdicare al desiderio di mettersi in gioco, ancora e sempre. Sono stati con lui anni di viaggi, di feste e di nascite, di riflessione pacata e di febbrile creatività, instancabile anche nella malattia. Questa cartella è un omaggio a ciò che ho visto ardere dietro i suoi occhi di fuoco. Caterina Boetti